Pesto in gravidanza, che rischio c’è? È quello che prima o poi si domandano ogni giovane mamma e papà attenti all’alimentazione e alla salute del futuro nascituro. Come tante altre erbe e ortaggi, il consumo di basilico in gravidanza richiede alcune attenzioni, ma senza creare inutili allarmismi.
Pesto e basilico sono alimenti ottimi che offrono molti benefici al nostro organismo, l’importante è considerare alcuni loro aspetti. Per andare sul sicuro, poi, basta consumare direttamente il pesto, invece del basilico. Soprattutto se è di ottima qualità, il pesto si può mangiare in gravidanza. Scopriamo come consumarlo e a cosa bisogna fare attenzione.
Basilico in gravidanza: sì o no?
Quando hai voglia di pesto in gravidanza, ci sono tre possibilità: preparare il pesto con le foglie del basilico che hai nell’orto, comprare un pesto confezionato a base di pasta di basilico o di semilavorato di basilico, oppure acquistare un pesto pronto prodotto con il basilico fresco e di qualità, come il Gran Pesto alla Genovese Tigullio. Ma qual è la scelta migliore?
Il basilico è un’erba aromatica ricca di nutrienti, fornisce minerali essenziali come il ferro, il calcio e il magnesio e offre un ottimo apporto di vitamine A, K e C, antiossidanti che possono dare grandi benefici al nostro organismo come il supporto al sistema immunitario e la riduzione dello stress ossidativo. Le foglie di basilico sono ricche, infatti, di antiossidanti naturali che proteggono le cellule del corpo.
L’importante, però, è utilizzare solo le foglie grandi e non quelle piccole del basilico, poiché queste ultime possono contenere quantità maggiori di metil-eugenolo, un composto tossico che in grandi quantità può dare problemi. Quando invece si usa il pesto in gravidanza in quantità normali, all’interno di una dieta bilanciata, non ci sono rischi.
Ed ecco perché a quello casalingo, preparato con mazzetti e foglie anche piccole (e più ricche di metil-eugenolo), in gravidanza si preferisce il pesto confezionato.
Rischi da evitare
Durante la gravidanza, la preoccupazione di contrarre la toxoplasmosi è sempre alta perché i rischi sono dietro l’angolo. Le probabilità di infezione sono legate al consumo di alimenti crudi o poco cotti, dalle carni ai salumi, fino ai vegetali che potrebbero venire contaminati. Le verdure lavate in modo approssimativo possono provocare l’infezione da toxoplasma, ecco perché anche le foglie di basilico, se non sono lavate bene, in gravidanza diventano un elemento di rischio.
Bisogna poi fare attenzione al consumo di grande quantità di basilico durante l’allattamento al seno, perché come molti altri alimenti fortemente aromatici, può influire sul sapore del latte materno che potrebbe venire rifiutato dal neonato. Questo fenomeno succede anche quando si consumano peperoni, aglio, cavoli, asparagi, pesci affumicati o particolarmente saporiti, come le ostriche, per esempio.
Questo non significa che la mamma durante l’allattamento non possa mangiare un piatto di pasta condito con il pesto senz’aglio, ma vuol dire che non deve farlo a ogni pasto. L’importante è seguire sempre un’alimentazione varia ed equilibrata.
Come abbiamo visto, dunque, per minimizzare ogni rischio di disagio in gravidanza, l’ideale è preferire il pesto all’uso del basilico. Essendo le foglie crude quello che espongono maggiormente alle diverse controindicazioni, è meglio non correre inutili rischi e preferire sempre il pesto confezionato in gravidanza.
Ovviamente, per i motivi che abbiamo spiegato, si consiglia di consumare il pesto confezionato di alta qualità durante la gravidanza, poiché in questo modo si ha la certezza di usare prodotti che di solito vengono sottoposti a standard di sicurezza alimentare ben più rigorosi rispetto al pesto fatto in casa.